La Storia della Torre e il ruolo di Sestri Levante
Non molti sanno che al culmine della penisola di Sestri Levante (Ge) esiste la Torre Marconi dalla quale lo scienziato italiano portò a termine la parte tecnologicamente più avanzata dei suoi esperimenti.
Sulla penisola, immediatamente fuori le antiche mura, un breve percorso conduce alla Torre Marconi, compresa attualmente nel Parco del Gran Hotel dei Castelli – edifici costruiti per volere dell’industriale piemontese Riccardo Gualino e situata sul punto della penisola di massima visuale: nelle giornate limpide la vista abbraccia buona parte della costa ligure di ponente, oltre al tratto di mare verso punta Manara. Le torri costituivano certamente un elemento fondamentale di avvistamento e di segnalazione in rapporto alla fortezza.
Il manufatto, di sezione circolare, ha un’altezza di circa 10 metri su tre piani, ed è realizzato in pietra e mattoni. Difficile stabilire il periodo dell’originaria edificazione, ma si può ipotizzare che ricalchi una o più precedenti fondazioni, forse originariamente una torre di avvistamento dei saraceni: le carte e le stampe antiche indicano un mastio al di sopra del sentiero, proprio nel punto dove oggi sorge la torre; si può anche pensare che in questa parte del promontorio esistesse più di un punto di osservazione: in un luogo più elevato della penisola, nei pressi della torre, sono visibili i resti di un altro manufatto di epoca imprecisata, una torricella costruita con grosse pietre regolari e rovinata nella parte sud per un crollo: forse di antica origine, probabilmente utilizzata come batteria in tempi più recenti; apparati di questo genere sono indicati, nelle carte storiche, in svariati punti dell’isola.
Riportiamo un estratto del catasto napoleonico, datato 1810, in cui è evidente il sedime della Torre, ai cui piedi (presso l’attuale Belvedere del Parco) è posta una batteria (la carta riporta la precisa indicazione della destinazione d’uso a “baterie”).
Dopo decenni di abbandono la Torre è stata nuovamente utilizzata nel corso del Novecento, grazie alla sua posizione strategica sul mare; Riccardo Gualino, proprietario dagli anni venti di parte della penisola, amico di Guglielmo Marconi, lo invitò ai Castelli e gli mise a disposizione la torre, dove lo scienziato condusse numerosi esperimenti tra il 1932 e il 1934.
L’evento della navigazione cieca
Il 30 luglio 1934, alla presenza di tecnici, ufficiali della Marina Italiana e Inglese e di numerosi rappresentanti della stampa, Marconi coronò con successo i suoi esperimenti sulla possibilità di utilizzare le microonde per ottenere un sistema di radiotelegrafia da applicarsi alle navi in condizioni di scarsa visibilità o nulla: salpata da Santa Margherita Ligura, il panfilo Elettra si diresse verso Sestri Levante, sul cui promontorio era stato installato il radiofaro; a circa 800 metri da questo punto si trovavano disposte due boe distanziate tra loro di 100 metri, tra le quali l’Elettra passò con precisione, guidata unicamente dai segnali emessi dal radiofaro.
Nuovo trionfo di Marconi: Una nave guidata alla cieca senza fili (dal Daily Mail)
Sestri Levante, vicino Genova, Lunedì (30 luglio 1934, NdR)
Ancora un’altra meraviglia della tecnologia senza fili è stata oggetto di dimostrazione qui oggi ad opera del Marchese Marconi.
L’Elettra, il suo famoso panfilo, è stato pilotato alla cieca per 10 miglia fino a due minuscole boe distanti solo 90 yarde (82,296 metri, NdR) – e vi è passato in mezzo. Per tutto il tempo il timoniere è rimasto in una cabina di pilotaggio oscurata con tende ed ha guidato soltanto basandosi sui segnali in arrivo da un piccolo radiofaro senza fili collocato su una collina a 300 piedi (91,5 metri, NdR) sul livello del mare.
Questo radiofaro, che emetteva due fasci su una lunghezza d’onda di soli 60 cm, comandava un quadrante di fronte al timoniere facendogli vedere se si trovava a sinistra o a destra della rotta diretta che lo avrebbe condotto al “porto” costituito dai due gavitelli. Il radiofaro inoltre segnali udibili da un altoparlante grazie ai quali il timoniere avrebbe potuto mantenere la rotta. Il panfilo era pilotato da un inglese, il Comandante Austin Bates delle Linee Cunard-White Star.
Quando il test ebbe termine, il Comandante Bates … (in questo punto l’originale risulta illeggibile, NdR).
Il radiofaro è approntato in modo da emettere due fasci separati da un “fascio di silenzio”. Questi fasci pilotano l’ago di un quadrante su una nave. In tal modo il navigatore può stabilire se si trova a sinistra o a destra della giusta rotta.
L’articolo proviene dall’archivio del Daily Mail, che ringraziamo sentitamente per la sua gentile concessione. Un ringraziamento particolare a Ms. Katherine Wells, Managing Editors Office, Mr. Jonathan Bain, Chief Librarian, Mr. Danny Howell, Sales Executive, e Mr. Amhad Butt, Finance Manager, per il loro prezioso supporto.
Navigazione cieca e radiofaro Marconi
Oggi
Dal 1971 la Torre è custodita dai radioamatori, grazie ai quali perdura l’originaria funzione di trasmissione, “avvistamento” e segnalazione della costruzione. Nel seminterrato ci sono due piccoli magazzinetti, al pianterreno c’è un piccolo salotto e sulle pareti sono appese diverse fotografie di Guglielmo Marconi e del panfilo Elettra; una scala a chiocciola porta al piano superiore dove c’è la sala radio. Si può accedere al tetto a terrazza attraverso una botola.
Per questo motivo la storica Torre Marconi rappresenta da sempre la sede ideale dei radioamatori di Sestri Levante e di tutto il Golfo del Tigullio; non a caso sulle carte nautiche dell’Istituto Idrografico della Marina tale golfo è riportato con il nominativo: Golfo Marconi per gli studi svolti dallo scienziato nella Riviera di Levante.
Dai tempi di Guglielmo Marconi il nominativo di chiamata della stazione radio, presente all’interno della Torre, è il seguente: IY1TTM .